Descrizione
In questo breve saggio pubblicato nel 1924, il grande orientalista Giuseppe Tucci si propone di fornire una chiave di lettura corretta del Taoismo, evitando le trappole contrapposte dell’identificarlo ora con la religiosità popolare cinese, intrisa di superstizioni e di rituali magici, ora con un sistema speculativo astratto da ogni esigenza etica (due posizioni tipiche degli studiosi di orientalistica del tempo), ora con un’interpretazione esoterica (tipica degli ambienti teosofici) che travisa Lao-tze mettendogli addosso i panni della mistica occidentale cristiana rispetto alla quale il Taoismo presenta «differenze irriducibili».
Per intendere il Tao-te-ching «occorre… superarne la forma per intuirne e riviverne in una immediatezza spontanea il reale contenuto. Punto di partenza è senza dubbio l’ermeneutica filologica: ma chi volesse intendere il Tao-te-ching col solo aiuto di quella, correrebbe il rischio di travisarne il senso: come molto spesso è accaduto agli interpreti filologi. Altri per il converso, illudendosi di possedere una luce interiore capace di svelare l’arcano senso di ogni più oscuro testo mistico a qualunque tempo appartenga, ha creduto di poter afferrare il significato ascoso del Tao-te-ching prendendo a base delle proprie speculazioni le traduzioni preesistenti, incapace tuttavia di giudicare sul merito intrinseco delle stesse, o più audace ancora, con una scarsa ed insufficiente conoscenza del cinese, proponendo delle nuove interpretazioni… Così per intendere Lao-tze occorre senza dubbio come prima cosa una certa affinità spirituale con il grande pensatore cinese, che renda possibile quella perfetta fusione coll’autore che nessun mezzo estrinseco e puramente filologico potrà mai provocare; ma è pure indispensabile non soltanto essere padroni della lingua in cui il Tao-te-ching fu scritto, bensì anche non ignorarne le interpretazioni che gli indigeni ne hanno dato, avere una certa dimestichezza con la folla dei commentatori, e un’idea delle forme assunte dal pensiero di Lao-tze e degli influssi da questo esercitati attraverso i secoli, sulla letteratura, sull’arte, sull’anima cinese insomma».