Descrizione
Il libro:
La religione romana appare agli albori del secolo scorso come un unicum, pietrificato sotto il peso di un rigorismo moralistico, spesso formale e strumentale, che scarsi orizzonti lasciava allo sviluppo della spiritualità e alle libere creazioni degli impulsi vitali, un arido e recente coacervo cioè di formule rituali prive di parentele mitico-rituali con le altre famiglie indoeuropee e quindi anche di aspetti originari prima degli innesti etrusco-greci. Alla primitiva struttura del sistema religioso, si è sovrapposta poi tutta una serie di stratificazioni prodotte da una tenace serie di pregiudizi interpretativi, favoriti tutti dalle non infrequenti distorsioni ed incomprensioni delle stesse fonti classiche del tardo periodo repubblicano. Di fronte a tale impenetrabile oscurità labirintica si stagna la gigantesca opera di decifrazione del sistema religioso dell’Urbe avviata soprattutto dalla Dumézil, e che ha permesso, mediante un costante accostamento agli altri sistemi religiosi, soprattutto indoeuropei, di far nuovamente sgorgare più di qualche polla della singolare spiritualità che permeava e vivificava la religione romana, che per tanti versi sembra apparentarsi all’arcaico mondo rituale dei Veda.
E in tale contesto che si inserisce la presenta opera, che documenta, in particolare, l’impegno del Romano, convinto di conoscere le leggi ineluttabili del mondo divino, ad adoperarsi serenamente e severamente, ricorrendo a magiche e matematiche formule rituali, per capire la benevolenza dei propri Dèi e per sedurre le potenze divine dell’avversario, da cui riteneva di non potere prescindere per assicurare la pax deorum e quindi l’eterna sopravvivenza dell’Urbe.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.