Descrizione
Titolo completo: “…come per andare più avanti ancora”. Gli scritti
Autore: Filippo Corridoni;
Anno: 2001;
Pagine: 282
Il libro:
Sotto l’accattivante titolo, pubblicato delle edizioni Barbarossa, che contiene molto del personaggio, “Come per andare più avanti ancora”, sono stati raccolti dal curatore della collana tutti gli scritti lasciati dal tribuno marchigiano. Si inizia dal breve saggio “Contro la massoneria” del 1910 per poi passare a due relazioni congressuali intrise di antimilitarismo ed antimperialismo e di autentico spirito sindacal-rivoluzionario: “Le rovine del neoimperialismo italico. Libia e antimilitarismo”, scritta ai tempi della guerra di Libia cioè a cavallo fra il 1911 ed il 1912, e “Le forme di lotta e solidarietà”, relazione congressuale tenuta al famoso congresso di Modena dell’Azione Diretta da cui sorse la prima scissione all’interno del sindacato, allora unico e confederale. L’indice prosegue con un frammento prezioso ed inedito delle famose “Riflessioni sul sabotaggio”, testo per cui Corridoni venne incarcerato (in tutta la sua breve vita avrebbe subito una trentina di custodie cautelari). Abbiamo poi un’intervista autografa sul problema della municipalizzazione dei servizi comunali, testimonianza di una grande apertura e delle grandi e moderne visioni del sindacalista soldato. Quindi il saggio più maturo e ricco della produzione corridoniana: “Sindacalismo e Repubblica”, scritto nella primavera del 1915 in carcere, a S. Vittore, e contenente una serie di proposizioni, un misto di disillusione sui metodi dello sciopero generale e di speranza nel futuro solo se i lavoratori acquisiranno una sempre più forte coscienza sociale e produttiva che li spinga a contrapporsi, come una nuova aristocrazia, alla decadente ed assistita borghesia italiana. Interessanti sono i contenuti politici di “Sindacalismo e Repubblica” che infatti contiene una sorta di programma politico per il futuro: dalla ripresa del concetto del nazionalismo democratico del Risorgimento, il concetto di Nazione Armata, all’opzione per una riforma radicalmente federalista che esaltasse il ruolo amministrativo e istituzionale delle province e dei comuni. Forte inoltre il richiamo alla democrazia diretta e partecipata che si accompagna ad una critica radicale ai partiti ed alla monarchia. Dalla lettura di “Sindacalismo e Repubblica”, pubblicato per la prima volta a Parma nel 1921 e in seguito ripubblicato a Milano nel marzo 1945 per essere distribuito presso le organizzazioni sindacali della Repubblica Sociale Italiana, si passa quindi ad un toccante articolo, scritto ormai in pieno fervore interventista ed irredentista, sul sacrificio di Guglielmo Oberdan, patriota triestino che attentò alla vita di Francesco Giuseppe e che venne impiccato dagli Austriaci. A questa nuova tendenza del pensiero corridoniano si possono ricondurre le brevi note “Pitocconi”, esasperato messaggio per il fallimento della sottoscrizione per il Belgio invaso dalla Germania nel 1914, e “Cave canem!”, nota su una spia austriaca che agisce a Milano. Alla fine troviamo la famosa lettera autobiografica, resoconto della propria vita, scritto in prossimità della morte che avvenne il 23 ottobre del 1915 in un assalto alla famosa “trincea delle frasche” Corredano gli scritti corridoniani una prefazione di Andrea Benzi, direttore della collana, una scheda biografica del sindacalista soldato, un’antologia di opinioni sulla sua persona espressa dai protagonisti della cultura e della politica italiana che lo conobbero, la motivazione della medaglia d’oro concessagli nel 1925 per intervento di Mussolini (l’ingratitudine del re gli aveva concesso quella d’argento…), una poesia di Ildebrando Cocconi e una versione “corridoniana” di Giovinezza, l’inno del fascismo.
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