Descrizione
Dalla prefazione dell’autore:
“Questo studio è dedicato alt’ analisi di quel particolare stato di coscienza che presso le culture arcaiche è contrassegno inequivocabile dell’irruzione del sacro nel poeta, nel veggente e nel guerriero. Spesso poesia e veggenza coincidono e tanto più tendono a coincidereI quanto più si rimonta lontano nel tempo alle radici delle Tradizioni. Ed entrambe sono manifestazioni del divino che inonda con la sua potenza il cuore del vate.
Ma esistono anche misteriosi e profondi rapporti tra la poesia e l’attività guerriera in epoca arcaica così che, presso i Celti, si potè affermare che il «bardo ed il guerriero sono prossimi tra loro».
I Germani designarono col nome di Ódr questo stato di intensa esaltazione mistica) di trascendimento della coscienza ordinaria) nel quale emergono particolari facoltà quali la veggenza e l’invincibilità. Ódr come sostantivo è tradotto generalmente come «mente», «sentimento» ma è anche sinonimo di «canto», «poesia» e come aggettivo, significa «pazzo», «furioso», «veemente». Il dio ispiratore dell’Ódr è, per eccellenza, Odino: il suo nome è formato sulla stessa radice ed Adamo da Brema traduce Odino con furor.
Odino è Padre della vittoria, Sigfödr, ma anche Padre dei poeti ed egli stesso Vate Possente, Fimbulpulr.[…]”
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