Descrizione
Il soldato, dice Hamvas, viene a contatto col sopraumano: “mentre il civile si tiene dal lato della materia, il soldato comincia a intravedere la realtà del mondo metafisico”.
Così come il poeta vero (…).
Il poeta è dunque, per Hamvas come per Walter Otto, un evocatore: mette allo scoperto il mondo, presenta ogni cosa per ciò che essa realmente è. “Il poeta vede il volto eterno del mondo”, sicché “la poesia è l’apparire sensibile dell’invisibile e dell’eterno nell’attimo”. Siccome le cose si rivelano al poeta con una chiarezza totale, egli vive nell’aletheia, nella heideggeriana Unverborgenheit (“non latenza” o “disvelatezza”).
Né più né meno del soldato sul fronte della guerra.
Estratto dalla Nota introduttiva del volume di B. Hamvas Guerra e Poesia (Edizioni all’Insegna del Veltro).
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