Descrizione
“Roma mi parve un luogo d’eleganza quasi quanto Firenze e più di Venezia: “Tutta l’Italia è elegante, ma la Grecia, che pur non conosco, è qualcosa di più.” Dicendo questa cosa riabilitavo quella parola, “eleganza”, che in bocca ai borghesi ha assunto un significato odiosamente limitato. L’eleganza è sì il muscolo sottile, ma non una cravatta troppo stretta da dita meschine. Mi vergognavo del fatto di perdermi in pensieri così elementari, ma ecco dove mi portava quell’insensata idea di vivere in un ambiente così stolido.
Per quanto ci si sforzi, i miti dell’industria e della democrazia non riescono ad abbruttire una città italiana quanto una città di altri paesi. Là c’è qualcosa che resiste, una pietra troppo bella e forte, una presenza irriducibile. Così tanti palazzi costruiti con roccia e genio non possono venir cancellati in un istante e sostituiti da quella paccottiglia che è, come si suol dire, ogni recente creazione umana. E che importa l’umanità che circola tra le pietre. L’Italia, la Grecia e la Francia non hanno più bisogno degli italiani, dei greci e dei francesi per vivere; vivono in cielo e in poche rovine immarcescibili.”