Descrizione
Durante secoli le nostre generazioni avevano difesa la nostra italianità come un patrimonio naturale; durante secoli Fiume lo aveva custodito e protetto contro ogni vicenda e ogni pretesa straniera ed ora, dinanzi ad una Italia vittoriosa e dopo tanto sacrificio di sangue, dovevamo veder tradito e solo per noi un diritto per tutti proclamato e riconosciuto?
Può esser mai dimenticato questo?
E quale uomo che abbia virilità, dignità e cuore può rimanere ancor oggi insensibile dinanzi ai motivi sacrosanti che spinsero Fiume alla lotta per la sua salvezza, che fece di Fiume, come disse d’Annunzio: “la città del disperato amore”, la città che subì ogni sacrificio e fu poi ignobilmente sacrificata allo straniero invasore?