Descrizione
Il libro:
Dell’imperatore Giuliano si è scritto molto. E molto si continuerà a scrivere sulla figura di questo filosofo sul trono dei Cesari che voleva restaurare il paganesimo ormai sconfitto dal trionfante cristianesimo. L’opera e la filosofia del giovane imperatore ha sedotto anche la penna di Sante Rossetto che in questi giorni è in libreria con “L’ultimo pagano. Vita dell’imperatore Giuliano” edito da «Il Cerchio» di Rimini. Qual è la novità interpretativa con cui il giornalista e storico affronta questo tema? Le opere che parlano di Giuliano sono generalmente scritte da dotti per dotti. Quindi non facilmente affrontabili da un grande pubblico. Ampi lavori dove domina la cultura greca dello stoicismo e del neoplatonismo, ricche citazioni dalle opere dello stesso Giuliano. Lavori che difficilmente si leggono se non si ha una buona preparazione della cultura e filosofia greca. Sante Rossetto ha voluto offrire la possibilità di conoscere il ruolo di questo grande imperatore ad un pubblico più vasto. Non è stata un’impresa facile e forse il lettore potrà dire che non sempre l’autore ci è riuscito. Ma alla fine di queste agili 160 pagine, arricchite da un lessico e da una cronologia illustrativi, chiunque esce con un’idea più chiara del tempo e dell’opera svolta dal geniale imperatore-filosofo. L’autore si è basato sulle opere del IV secolo (Giuliano, Saturnino Salustio, Gregorio di Nazianzo, Plotino, Origene, Eusebio di Cesarea, Eunapio) e sugli studi di alcuni dei più noti studiosi contemporanei. La tecnica del romanzo storico, che Rossetto aveva sperimentato con successo in “Totila l’Immortale”, è riproposta anche in quest’opera. Il lettore è condotto, con l’espediente del flash back, dalla tragica infanzia di Giuliano fino al soglio imperiale. Si attraversano gli anni cruciali del regno di Costantino il grande, zio di Giuliano, che aveva sdoganato il cristianesimo dai riti clandestini, per arrivare alle guerre fratricide fra i figli dello stesso Costantino. Giuliano è salvato quasi miracolosamente e si dedica fin dall’infanzia allo studio da cui scopre l’amore indissolubile per un mondo che il cristianesimo voleva cancellare. Per lui la cultura greca, la religione con i suoi dei, il nuovo culto dedicato al Sole, sono il fondamento non soltanto della religione, ma anche dell’impero romano. L’una non può vivere senza l’altro. Se sparisce la religione degli dei scompare anche l’impero. E quei cristiani che fino a pochi anni prima erano perseguitati si sono trasformati in feroci persecutori. Il sogno di Giuliano è non far morire quella grande costruzione che i saggi dell’Ellade avevano trasmesso ai loro eredi. E, infatti, senza l’ellenismo non si capirebbe il tentativo di restaurazione. Ma il libro di Rossetto mostra anche una realtà inoppugnabile: cristianesimo e cultura pagana sono due aspetti di una stessa realtà spirituale. Il paganesimo con la sua grandissima cultura era fatto per i dotti (e infatti le classi aristocratiche erano rimaste fedeli ai vecchi dei), il cristianesimo che aveva assorbito riti e feste del mondo pagano era riuscito a dare una speranza a milioni di diseredati. La grande rivoluzione cristiana si sintetizza nelle poche righe delle beatitudini. Nessuno, né prima né dopo, è mai riuscito a fare altrettanto. Purtroppo, sembra concludere il bel libro del giornalista, sono due mondi che difficilmente riescono a comunicare.
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