Descrizione
Durante la sua ormai plurimillenaria storia il mondo occidentale è stato percorso, spesso in modo visibile, altre volte invisibilmente, dalla presenza del pitagorismo o da forme culturali e dottrinali comunque riconducibili a questo particolare movimento spirituale. Si è trattato di una presenza continuata nel corso del tempo che ha toccato non solo l’antichità classica, ma anche il medioevo, il rinascimento e molti aspetti della scienza dei secoli seguenti, per poi scomparire dai manuali di studio e diventare una specie di “cultura parallela”, patrimonio di una esigua èlite di studiosi. Pitagora non è affatto una figura leggendaria come Orfeo, Lino o le molte altre personalità che la tradizione ellenica confinava nell’ambito di forme spirituali estatico-visionarie. Vissuto fra il 572 e il 500 circa, fu considerato una specie di “riformatore” della spiritualità orfica e la confusione che spesso emerge fra questi due movimenti deriva proprio da questa vicinanza che faceva dell’orfismo una specie di “precursore” al limite fra il mito e la realtà.
Questo complesso libro di Claudio Lanzi cerca di penetrare all’interno del sistema simbolico del pitagorismo, scopre le “rime e i ritmi” che stanno alla base di una scuola così particolare, la cui forza di penetrazione si è perpetuata in ambiti diversificati che toccano le basi della stessa civiltà occidentale.
La quantità di illustrazioni tratte dai più antichi codici mostrano l’articolazione del pitagorismo, la sua capacità di adattare i propri simboli a contesti spirituali diversificati che vanno dall’antichità classica al mondo cristiano, alla stessa scienza sperimentale del Cinquecento e del Seicento. Si pensi per. es. alle tavole che Lanzi ha tratte dal De divina proporzione di Luca Pacioli, un testo basilare per capire i nessi che legano la scienza e la simbologia, la contemplazione e i ritmi dell’universo. Oppure alla spiegazione delle virtù teologali e di quelle cardinali fatta secondo i ritmi numerici pitagorici, oppure ancora alla geometria simbolica che sta alla base dell’arte della costruzione delle cattedrali medievali. Un altro aspetto del libro di Lanzi concerne l’analisi dello spazio e del tempo, e dei suoi rapporti con la scienza sacra delle misurazioni. Il particolare rapporto fra simboli e configurazioni geometriche conduceva ad evidenziare una “geografia sacra”, a delineare le modalità di individuazione di quei “luoghi di luce” che secondo i pitagorici potevano condurre ad esperire la presenza del divino nel mondo.
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